Durata: 11 giorni
Itinerario: Tokyo – Kyoto – Narita
Periodo: aprile
Nel 2015 durante l’organizzazione del nostro viaggio in Asia (Sud-Est Asiatico 2015 insieme a Myriam) ricordo che la nostra unica preoccupazione fosse quella di non essere in grado di interagire adeguatamente con la popolazione locale, di non comprendere cartelli e indicazioni. Insomma, di non essere capaci di cavarcela come sempre nei momenti di difficoltà. Questi timori si erano radicati in noi proprio a causa del nostro modo di viaggiare che si basa fortemente sulla comunicazione e sulla condivisione verso coloro che incrociano il nostro cammino. Fortunatamente le nostre paure si sono rivelate eccessive, dimostrandoci che basta qualche gesto e un sorriso sincero per essere accolti e sostenuti da tutti.
Non ci sono quindi più scuse per rimandare un paese che, da sempre, stimola i nostri sogni e le nostre fantasie. Purtroppo questa volta, tempo e finanze a disposizione sono piuttosto ridotte. Tra poco più di 3 mesi infatti, ci attende una lunga avventura on the road negli States (Stati Uniti – Route 66 + Parchi Nazionali 2016 insieme a Myriam). Per questo motivo decidiamo che per ora, il nostro sarà solo un piccolo assaggio di Giappone. Torneremo sicuramente in futuro ad esplorare il paese in lungo e in largo, dedicandoci con particolare attenzione alle zone meno battute.
Non vogliamo correre, ma assaporare delicatamente ogni singolo istante. Quale momento migliore quindi se non quello dell’hanami? Durante la fioritura dei ciliegi infatti tutto il paese si veste a festa. Parchi, templi e persino le vie più trafficate vengono avvolte da migliaia di fiori rosa o bianchi, talmente belli da lasciare senza fiato.
L’impatto con la capitale non è così traumatico come ci immaginavamo. Tokyo è l’esempio più evidente di un paese dotato di una doppia anima, in bilico tra tradizione e modernità.
Il vibrante scalpitio della metropoli, si alterna di continuo ad angoli di pace assoluta. Girovagare per Tokyo è come viaggiare nello spazio e nel tempo.
Restiamo sbalorditi da come i giapponesi vivano con profondo rispetto e con grande gioia l’hanami. Nei parchi intere famiglie si dispongono sotto agli alberi di ciliegio organizzando picnic degni di un re. L’aspetto più sorprendente è che la stessa cosa avviene anche lungo le asfaltate vie del centro seppur con qualche piccola differenza. A terra lungo le strade vengono disposti cartoni e non coperte. Non ci sono più famiglie, ma amici o colleghi che, usciti dal lavoro, si concedono una bevuta con lo sguardo all’insù.
Ciò che accomuna chiunque durante questa ricorrenza è la spensieratezza e l’allegria con la quale sono pronti ad accogliere perfetti sconosciuti come noi, incuranti di trovarsi di fronte due stranieri.
Ogni giorno milioni di persone affollano metro, strade, negozi, senza mai eccedere in atteggiamenti inappropriati o irrispettosi nei confronti degli altri.
Come Buenos Aires, anche Tokyo è diviso in quartieri diversissimi tra loro eppure a un passo l’uno dall’altro. Pochi metri bastano per passare da antichi templi a innovativi grattacieli, dallo shopping sfrenato alla contemplazione di giardini zen.
Vorremmo tanto assistere ad un incontro di sumo. Purtroppo però in questo periodo dell’anno non ci sono incontri. Ci accontentiamo così di spiare i lottatori durante gli allenamenti.
Nei dintorni della capitale nipponica poi sorge il Museo dello Studio Ghibli. Meta di culto imprescindibile per due grandi fans del maestro Hayao Miyazaki come noi. Un luogo magico dove poter tornare per qualche ora a osservare il mondo con gli occhi di un bambino.
Esauriti i giorni a disposizione a Tokyo, siamo già innamorati follemente di questo straordinario paese, ma in realtà, non ci rendiamo conto che il meglio deve ancora venire.
Ci spostiamo a Kyoto grazie a un autobus notturno. Uno dei nostri metodi più efficienti per risparmiare tempo e denaro. Certo sarebbe stato più emozionante prendere lo shinkansen, il celebre treno ad altissima velocità giapponese, ma i prezzi sono davvero proibitivi.
L’autobus è proprio come ce lo eravamo immaginato. Pulitissimo, silenzioso, puntuale e molto comodo. Sempre che non siate alti 1,84 m come il sottoscritto.
Le meraviglie che custodisce Kyoto sono davvero impressionanti e superano di gran lunga le aspettative di chiunque. Impazienti noleggiamo due biciclette e iniziamo subito l’esplorazione delle tante attrazioni cittadine.
Saliamo in cima alla collina del Fushimi Inari, attraversando centinaia di torii arancioni in un costante turbinio di emozioni davvero difficili da spiegare a parole. C’è qualcosa di sacro e di profondo che pervade questo luogo e che, in qualche modo, induce a un momento di introspezione e di confronto con sé stessi.
Visitiamo poi l’impressionante tempio buddhista di Kiyomizu Dera, nominato, non a caso, patrimonio dell’Unesco. Sia la struttura principale che l’enorme terrazza panoramica sono interamente realizzate in legno.
Proseguiamo con la celebre Foresta di Bambù. Un percorso pedonale che si fa largo tra migliaia di altissime e incantevoli canne di bambù. Il silenzio è doveroso per poter godere del tipico fruscio delle sue fronde.
È il turno del Tempio d’Oro, un luogo capace di rilassare cuore e mente. La bellezza qui è talmente tanta da essere concreta, palpabile. Una visione che resta incisa per sempre negli occhi.
Fortunatamente di tempo a disposizione ne abbiamo ancora. Kyoto ha infatti ancora moltissimo da offrire. Il Parco del Palazzo Imperiale, il Mercato Nishiki, il Sentiero della Filosofia e soprattutto i pittoreschi vicoli di Gion dove, tra locali e case da tè, non è raro incontrare qualche geisha.
Prima di ripartire trascorriamo l’ultima notte a Narita, in un villaggio situato nelle vicinanze dell’aeroporto internazionale. Il tempio di Narita-san Shinshō-ji è aperto 24 h su 24. Così nonostante l’oscurità e in totale solitudine, saliamo la gradinata e passeggiamo attraverso questo suggestivo luogo di culto buddhista. Non poteva esserci modo migliore per salutare il nostro Giappone.
Conclusione
Tirando le somme di questo viaggio devo dire che ho amato follemente sia Tokyo che Kyoto. Entrambe coinvolgono il visitatore sotto tutti i punti di vista. Vi sono centinaia di esperienze diverse da poter vivere in ciascuna di queste due perle d’oriente.
La qualità dei ristoranti tradizionali è a dir poco eccellente ovunque e la delinquenza praticamente inesistente.
Certo è innegabile che Kyoto sia probabilmente la città che maggiormente incarna il fascino che il paese nipponico esercita sull’immaginazione di un viaggiatore straniero. Tokyo però offre una finestra sul futuro, un futuro che appare sempre più vicino.
Ciò che rende il Giappone davvero unico è tutto l’insieme. Appare come un mondo a parte, completamente diverso da qualsiasi altro paese. Un connubio di contrasti dove i valori e le tradizioni vengono celebrate e anteposte a qualsiasi altra cosa. Un paese che seduce al primo sguardo e di cui un po’ alla volta ci si innamora follemente.
Un encomio a parte va fatto ai suoi abitanti. I giapponesi sono un popolo straordinario, ospitale, disposto ad aiutarti in qualsiasi situazione e sempre pronto a regalare un sorriso. Una fiera compostezza che nasconde un mare di emozioni e una sensibilità fuori dal comune.
Non ho dubbi a riguardo. Il nostro è solo un arrivederci.
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